Aragona (Agrigento) – L’Europa bar team si è aggiudicata questo “I Memorial – Marco Micciché” (vedi il video del Memorial) contro un ottimo Comitini, piegato solamente ai calci di rigore. Un Comitini che dopo aver trovato il goal nei primissimi minuti della gara con Alexandro Noto, non si è limitato semplicemente a contenere le folate offensive degli avversari, ma ha più volte cercato e sfiorato in contropiede la seconda segnatura.
L’Europa bar dal canto suo pur lasciando ampi spazi al contropiede avversario, nel tentativo di raggiungere il pareggio, ha visto infrangersi contro l’ottima difesa del Comitini, per tutto il primo tempo, i propri tentativi di andare in rete.
Solamente nel secondo tempo e grazie a un calcio di rigore, guadagnato e trasformato da Angelo Cipolla, l’Europa bar team si portava sull’ 1 a 1. Il risultato è rimasto invariato sino alla fine, nonostante la squadra aragonese negli ultimi quindici minuti della ripresa abbia giocato 10 contro 11 per l’espulsione di Luigi Galluzzo. Un’espulsione sicuramente figlia della tensione accumulata nel corso della gara, che ha portato l’arbitro ad estrarre il rosso nei confronti del Galluzzo, probabilmente, reo di qualche frase sboccata pronunziata inavvertitamente nella trance agonistica del momento. Non si spiegherebbe diversamente, visto che Luigi Galluzzo si è detto deluso dall’espulsione, a suo dire immeritata, proprio nel giorno della finale del Memorial dedicato all’amico Marco Micciché. Una gara, comunque, corretta e gradevole da vedere, a cui il numeroso pubblico che riempiva gli spalti in ogni ordine di posto, non ha lesinato applausi.
La finale per il terzo e quarto posto, che ha visto opposte le squadre “Novantaduezeroventuno team – Aragona” contro “La Preferita team dei F.lli Latino”, ha visto prevalere quest’ultima col punteggio di 2 a 1. Il “torneo di Calcio a 11 – I Memorial Marco Micciché” ha visto il trionfo dell’Europa bar team, seguito al secondo posto dal Comitini, mentre, il terzo e quarto posto, sono andati rispettivamente a “La Preferita team dei F.lli Latino” e al “Novantaduezeroventuno team – Aragona”
Grande merito va agli organizzatori di questa tre giorni che ha regalato momenti indimenticabili di sport, aggregazione e ricordi. A sottolineare la buona riuscita del Memorial, dimostrando che Aragona e gli aragonesi non sono insensibili nel rendere onore al ricordo di quei concittadini che prematuramente ed in tragiche circostanze ci hanno lasciati, la tantissima gente accorsa allo stadio. Le tribuna era piena più che per le partite di campionato dell’USD Aragona Calcio.
Toccante l’abbraccio finale tra un commosso Giuseppe Micciché, il fratello maggiore di Marco, e Angelo Cipolla, tra i principali artefici dell’organizzazione di questo Memorial. Abbraccio accompagnato da un lungo e forte applauso tributato da tutto lo stadio. Presenti allo stadio anche i nipoti di Marco Micciché, i quali, hanno premiato con delle targhe le squadre che prendendo parte a questo torneo hanno voluto onorare la memoria dello zio.
“Sono rimasto contento e soddisfatto per aver organizzato questo Memorial – ha dichiarato Angelo Cipolla – Ringrazio prima di tutto la famiglia Miccichè, tutte le squadre che hanno partecipato in modo sportivo e tutti gli aragonesi che sono venuti allo stadio, ed erano veramente tanti”.
“E’ stato sicuramente un momento di raccoglimento per ricordare una persona – ci confida un commosso Giuseppe Micciché che ringrazia di cuore gli organizzatori di questo Memorial – ma anche una gran bella serata di sport. Quel sano sport inteso come voglia di vivere. La voglia di vivere che ho visto veramente, in questi ragazzi; Marco non è morto ma continuerà per sempre a vivere anche nel loro ricordo. Io non sapevo che mio fratello avesse tutti questi amici, tutte queste persone che gli vogliono ancora bene e lo ricordano. Questo mi fa molto piacere”.
Giuseppe Micciché invita tutti ad essere pi sensibili verso quelle persone che ci hanno lasciato prematuramente senza dimenticarle, evitando di lasciare alle sole famiglie il ricordo del proprio familiare scomparso. Un ricordo che a volte può anche trasformarsi in dolore straziante se si viene lasciati da soli. Questo l’invito fatto da Giuseppe Micciché che riportiamo con le sue parole: “dobbiamo ricordare quelle persone che prematuramente ci hanno lasciat,o chiudendo la porta di casa e salutandoci con un ciao poi tramutatosi in un addio. Queste persone, credetemi, sono presenti. Io sento che Marco è presente. Il dolore è grande ma, tuttavia, occorre andare avanti per i nostri figli. Io sono papà e non possiamo mostrarci agli occhi dei nostri figli afflitti nel dolore, anche se c’è il dolore, ma dobbiamo continuare a vivere. Sopravvivere a un figlio deve essere tremendo, per un genitore, la vita è come se finisse in quel terribile istante, ma invece la vita continua e bisogna andare avanti, soprattutt, per i nipoti. E’ difficile farglielo capire – sottolinea commosso Giuseppe, con chiaro riferimento ai propri genitori – ma la vita continua”.
Giuseppe Micciché dedica poi un pensiero a Stefano di Giacomo, il giovane geologo aragonese che nel 2005 è rimasto vittima nel corso di una tentata rapina in una villa di Siculiana. “Col papà di Stefano spesso ci siamo incontrati in tribunale – ci confida Giuseppe Micciché – Lì ci siamo abbracciati ed entrambi scoppiati in un pianto inconsapevole e forse liberatorio. Avevamo in comune la tragedia che aveva colpito le nostre famiglie. Io stasera mi ero ripromesso, durante la premiazione, di ricordare Stefano di Giacomo e avrei piacere che il prossimo Memorial possa essere dedicato sia a Marco che a Stefano. Purtroppo, la commozione non mi ha permesso di parlare in pubblico esternando questo desiderio mio e della mia famiglia. Alla famiglia Di Giacomo – conclude -, sicuramente, farebbe piacere che il proprio figlio venga ricordato dagli aragonesi in occasioni come quella di stasera”.
Intanto, in attesa che il suggerimento di Giuseppe Micciché si concretizzi il prossimo anno in un unico Memorial che ricordi sia Marco che Stefano, un grande va fatto a tutti coloro che si sono spesi per la buona riuscita di quello che è stato, prima di tutto, un momento di intimo raccoglimento e riflessione sul bene più importante in nostro possesso cioè la vita e l’affetto di tutte le persone che ci vogliono bene.
Totò Castellana