Che la stagione del leaderismo carismatico sia finalmente giunta alla sua conclusione, vista l’incapacità alla risoluzione dei problemi – dichiara Epifanio Bellini, Segretario del Circolo Berlinguer di Agrigento – è stata certificata dalle recenti amministrative e dalla campagna referendaria. Le proprietà taumaturgiche del Leader, uomo solo al comando al grido del “ghe pens mi” si sono infatti rivelate inadatte alla risoluzione di problemi complessi sia a livello nazionale che ancor di più a livello locale. Per contrappasso e reazione a questo modello fallimentare si va verso una nuova forma di democrazia che non prevede deleghe in bianco ma piuttosto un confronto diretto tra eletti ed elettori con feedback più immediati sui risultati attesi. Una nuova consapevolezza del ruolo e delle responsabilità degli amministratori pubblici avanza anche in strati di popolazione prima distanti dalla politica ma che oggi ne vogliono essere protagonisti, non in senso strettamente letterale, ma nella costante condivisione delle scelte e degli esponenti, complici anche le nuove tecnologie che permettono la rapida condivisione e diffusione delle idee. Il referendum ne è straordinaria prova e i partiti presentano ancora strutture e forme non idonee a questa grande voglia di partecipazione. È necessario pertanto che la forma partito si adatti per meglio interpretare queste pulsioni provenienti in gran parte dai giovani, favorendo una gestione maggiormente trasparente e condivisa. Senza avere la pretesa di dare lezioni a chicchessia né tantomeno di parlare in astratto di formule politiche, riteniamo però che Il partito democratico nel suo statuto abbia queste potenzialità per intercettare e codificare il desiderio di partecipazione.
Le amministrative di Agrigento – continua Bellini – sono l’opportunità concreta per mettere in campo questi strumenti di democrazia partecipativa che si sono intravisti nell’esaltante esperienza della campagna referendaria, in cui i partiti hanno saputo contribuire senza espropriare alla società civile il ruolo ed il protagonismo che meritavano, ma piuttosto aiutandolo ad organizzarsi ed aggregarsi.
A nostro parere, la risoluzione dei problemi di questa città infatti, non passa dall’individuazione di leader o capipopolo ma solo dalla costruzione di un progetto unitario e condiviso che contenga chiaramente gli obiettivi che si vogliono perseguire e gli strumenti per il loro raggiungimento.
Non abbiamo bisogno d’individualismi ma della capacità di fare team intorno ad un’idea diversa di Agrigento che per alcuni è utopia per altri incubo ma che per noi deve essere meta concreta e raggiungibile.
Serve un’idea, un progetto per questa città che sia focalizzato sulle notevoli criticità che il territorio presenta, ma che ne sappia cogliere i punti di forza ad oggi non valorizzati.
Serve che i partiti recuperino quella funzione di strumenti a servizio della società ascoltando ed elaborando non solo le problematiche ma anche le soluzioni che da questa provengono.
Solo a valle di un programma condiviso, verrà la selezione democratica non di un leader ma di una classe dirigente che si presenti alle amministrative per vincere le elezioni.
Per tutti questi motivi pensiamo che i tempi siano maturi per riunire tutte quelle forze politiche ma anche associative movimentiste, senza altresì rinunciare a singoli esponenti della società civile disposti ad un confronto democratico per definire un nuovo modo di gestire la città. Con questo metodo e queste premesse – conclude Bellini – il Circolo Berlinguer del PD di Agrigento si mette al servizio della società convocando gli stati generali delle forze riformiste ad un tavolo paritetico e programmatico per giorno 14 luglio alle 18 presso l’unione provinciale del Partito Democratico inVia San Vito 29, Agrigento