L’argomento è piuttosto ostico, faccio dunque una (banale) premessa di ordine generale:
1) La produzione di energia deve sempre di più spostarsi sulle fonti alternative a quelle che prevedono la combustione (gas, petrolio, carbone, rifiuti) e quindi l’emissione in atmosfera di sostanze inquinanti;
2) la quantità di energia da produrre deve essere coerente con quella necessaria, al netto del perseguimento della maggiore efficienza energetica di impianti ed edifici;
3) considerate le implicazioni di carattere sanitario, ambientale e paesaggistico, la produzione di energia non può essere oggetto di business deregolamentato (esattamente come per l’acqua);
4) qualsiasi installazione finalizzata alla produzione di energia rinovabile (vento, sole, maree…) deve primariamente essere realizzata in luoghi già antropizzati (tetti di edifici, recinzioni di impianti industriali, dighe foranee…);
5) coerentemente con il punto 2, all’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili deve corrispondere la diminuzione di quella derivanti da fossili…
E’ a partire da questa (banale) premessa che io leggo e cerco di interpretare quanto sta accadendo, con forte accelerazione nell’ultimo periodo, a proposito di:
1) richieste di ampliamento di centrali termoelettriche e rigassificatori e costruzione di nuovi rigassificatori: se non abbiamo un piano energetico nazionale da cui eventualmente derivare la necessità di nuova energia, e vogliamo incentivare la produzione da fonti alternative, perchè continuiamo ad investire sul fossile?
2) autorizzazione di impianti fotovoltaici posizionati su terreni agricoli: è quanto accade massicciamente nella Puglia governata dal Vendola, nostra speranza per un futuro di “Sinistra Ecologia e Libertà”, dove l’installazione di fotovoltaico industriale (a cura di clandestini schiavizzati) supera di gran lunga quella sui tetti o nelle aree industriali e dove solo recentemente il governo regionale tenta di arginare il fenomeno attivando controlli e limiti che si sarebbero dovuti fissare prima di devastare, ad esempio, le piane del salento;
3) la partecipazione delle associazioni ambientaliste e del ministro dell’ambiente ad attività imprenditoriali legate al settore delle rinnovabili:
– per quanto attiene la Legambiente abbiamo già in parte approfondito (vedi qui http://speziapolis.blogspot.com/2010/12/legambiente-quando-la-misura-e-colma.html e precedenti linkati) l’enorme conflitto di interessi tra gestione di parchi, partecipazione alla vita politica (PD), e attività di associazione ambientalista ma, per completezza, riportiamo quanto segue: “Perché, a dirla tutta, io ci vedo poco di ambientalista nelle partecipazioni azionarie di Legambiente in Sorgenia e nel fatto che dirigenti di Legambiente ricoprono ruoli dirigenziali in società che sviluppano fotovoltaico e, quindi, non mi aggrego alle manifestazioni degli ambientalisti convocate insieme agli operatori del settore, perché non ritengo credibili i primi e hanno poco da lamentarsi i secondi.
Per non parlare poi della minaccia di alcuni senatori eco-dem di provenienza Legambiente di non rinnovare l’iscrizione al PRT perché io, neanche il Partito, critico impianti di fotovoltaico fortemente impattanti che Legambiente favorisce nella duplice veste, da un lato, di associazione ambientalista che li promuove presso le amministrazioni pubbliche e la cittadinanza e, dall’altro, di società che direttamente quegli impianti realizzano; oppure del comportamento di Legambiente quando si rifiuta di rinnovare l’affiliazione a quei circoli che criticano quegli impianti che avevo criticato anch’io, come è avvenuto recentemente in Toscana. Situazione che fa il paio con il paradosso tutto italiano per cui l’Anev, l’associazione degli imprenditori eolici, è riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione ambientalista, che associa decine di imprese tra cui Ansaldo Infrastrutture, Sorgenia, ma anche società straniere come ad esempio E-ON”;
– è di ieri la notizia che il WWF ha costituito una SPA con Unicredit, Officinae Verdi che commercializzerà impianti fotovoltaici;
– la partecipazione, denunciata in un’interpellanza parlamentare della deputata radicale eletta nelle liste PD On. Zamparutti, della Ministra Prestigiacomo ad attività nel settore dell’energia attraverso imprese di famiglia;
4) la notizia (Il SecoloXIX) dell’accordo tra Gavio, Enel Green Power e Generali, con investimenti per 200 milioni nella riconversione e valorizzazione del settore bieticolo_saccarifero finalizzato ad alimentare 50 impianti energetici da biomasse per un totale di 100 MW installati: il progetto riguarda anche la Liguria e la sua agricoltura; produrre cibo vicino alle centrali per bruciarlo e avvantaggiarsi dei finanziamenti che premiano la filiera corta.
5) la notizia, di oggi, relativa al via libera nel Parco delle 5 Terre al fotovoltaico per edifici pubblici (così il titolo del SecoloXIX), non l’eolico perchè “deturperebbero il paesaggio”: nell’articolo si anticipa che di tale provvedimento beneficeranno anche i privati, che potranno accedere a finanziamenti per installare a loro volta pannelli fotovoltaici. Tutto bene sin qui ma il sindaco (di Monterosso) e vice presidente del parco Betta sostiene che le rinnovabili “non sono solo una scelta di carattere ambientale ma anche di convenienza economica, una nuova via per … fronteggiare la nuova crisi economica dovuta appunto all’energia.” L’audace “articolista” del Secolo si lancia infine in un auspicio/previsione: ” Il Parco crede quindi nelle energie rinnovabili, per tutelare l’ambiente ma anche perchè cresce ormai sempre di più la consapevolezza che i combustibili fossili potrebbero essere in via di esaurimento. L’Italia con i suoi parchi deve cercare di essere la prima al mondo per produzione di energia da fonti rinnovabili perchè grazie alla sua geografia ha il potenziale per esserlo“.
Considerato tutto quanto sopra e che la foto a corredo dell’articolo del Parco delle 5 Terre rappresenta un pannello fotovoltaico in un vigneto, a chi ci rivolgeremo quando gli agricoltori delle 5 Terre troveranno più profittevole installare pannelli nei vigneti anzichè impiantare viti e produrre vino? Come accade appunto in Puglia, ma anche in Veneto?
Sempre tenendo ben a mente la mia banale premessa, come possiamo noi pensare serenamente che il Ministero dell’Ambiente, le associazioni ambientaliste, ed infine il PD che governa la nostra regione (e che esprime suoi esponenti “ecodem” e “ambientalisti” nella commissione ambiente della camera e del senato) possano:
valutare obiettivamente, controllare efficacemente, contrastare decisamente
affinchè le soluzioni proposte e adottate siano le migliori rispetto al fine del perseguimento del bene comune? ovvero produrre energia, quanta ne basta, e compatibilmente con la tutela della salute dei cittadini, del paesaggio e dell’ambiente? (su energia e parco 5 terre vedi anche qui)
Se già ora, questi stessi che promuovono le campagne per lo STOP al consumo di suolo poi firmano mozioni (franceschini, realacci et altri) in cui lamentano che ” si rende impossibile la realizzazione di impianti anche nelle aree agricole marginali e non più utilizzate, per le quali non sarebbe necessaria alcuna tutela particolare oltre a quelle già previste dalle ordinarie procedure di valutazione di impatto ambientale…” lasciando alla Zamparutti l’onere/onore della serietà: “impegna il governo… a definire parametri certi per l’installazione del fotovoltaico sui tetti di qualunque tipo di edificio, sui capannoni, sulle fabbriche, sui distributori di carburante, sui parcheggi e altro, o anche a terra nelle aree urbanizzate o industriali, escludendo le installazioni a terra su terreno agricolo, con l’eccezione degli impianti di piccola taglia al servizio dell’attività di agricoltori e, in parte, a integrazione del loro reddito personale”.
Ai cittadini di buona volontà, senso civico e sana curiosità, suggerisco ancora la lettura dell’intervento della Zamparutti (sempre la radicale di Bolzano eletta nel PD a Benevento) alla direzione dei radicali “per chiarire e rendervi partecipi di una convinzione che ho maturato e che ho espresso più volte, l’ultima con l’appello sulle rinnovabili, oltre che con atti parlamentari, quasi tutti in dissenso con le posizioni assunte dal PD” che mi pare una perfetta sintesi della situazione dell’energia e delle rinnovabili oltre che una conferma ai miei dubbi sul who is who? in questo business della green economy.
(Fonte: SpeziaPolis)